TRECENTOMILA EURO IN TELECAMERE

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Il comune di Milazzo (ri)apre un bando da 300.000 euro per l’istallazione di 32 telecamere di videosorveglianza. Questa notizia che potrebbe tranquillamente passare in secondo piano, ci sembra invece assolutamente indice del clima di inerzia, connivenza ed ignoranza che sembra respirarsi da sempre nelle putride aule del comune di Milazzo.

 

Iniziamo col domandarci dal dove provengano questi fondi, e quali siano le ragioni per le quali, improvvisamente, un comune in dissesto abbia liquidità per finanziare un simile progetto. E’ un bando che deriva da una delibera del Ministero degli Interni emanata nell’ambito di un programma denominato “sicurezza per lo sviluppo”. Qualcuno si potrebbe domandare cosa abbiano in comune lo sviluppo a Milazzo (?!) con l’apposizione di 32 telecamere. Inoltre, qualcuno potrebbe anche darsi delle risposte alla fatidica domanda: come vengono spesi i soldi che paghiamo in tasse? Ecco, se pensiamo che questo “progetto” è datato 2007-2013, e che al nostro comune andranno(??) nel 2014 trecentomila euro, possiamo immaginare quanto i nostri governi abbiano speso, negli ultimi sette anni, in telecamere di videosorveglianza. Per abbozzare un calcolo basta moltiplicare i soldi del nostro bando per gli abitanti che ci sono in Italia.

Ma davvero c’è un’esigenza sicurezza che ci obbliga a istallare telecamere? O meglio: è proprio necessario spendere miliardi e miliardi di euro (perché a conti fatti di questo parliamo!) per essere più sicuri? O ci sono metodi più efficaci, e l’istallazione di telecamere è solo un’opera fatta un po’ per finanziare i soliti noti, un po’ per fare campagna elettorale?

La vicenda assume i contorni della commedia, riportandola ai ristretti orizzonti del nostro comune. Viviamo in un paese (Milazzo certo, ma è così ovunque) in cui i malviventi, la mafia, si insediano da sempre nei luoghi più influenti e cruciali da cui passa la gestione del denaro pubblico. Naturalmente, anche all’interno delle amministrazioni locali. Le economie mafiose ed i poteri forti (come la RaM) condizionano lo sviluppo dei nostri territori da sempre. Non servirebbe un solo euro, ma basterebbe essere in tanti onesti e intolleranti verso mafie e prepotenze varie, per migliorare di molto le nostre vite e garantirci un diverso sviluppo. Mandare tutti via: solo una simile azione collettiva potrebbe iniziare a renderci più sicuri.

Discorsi che entrano in ovvia contraddizione con le priorità dei governanti di turno: l’unica cosa che s’ha da fare è portare avanti l’industria della “sicurezza”, le industrie belliche, istallarci porcherie come il MUOS nei nostri territori.

E come potremmo accusare le nostre povere, stupide ed avide di potere personale, amministrazioni comunali, di non capire nulla di tutto questo, di essere passive contro le mafie ed i poteri forti, di favorire programmi del cui fine ultimo non sanno assolutamente nulla?? In fondo –quando va bene- loro non sono che gli esecutori materiali di logiche che nemmeno conoscono.

Intanto, trecentomila euro dei nostri soldi, serviranno a costruire telecamere. Che, vi garantiamo, non serviranno assolutamente a nulla, e probabilmente non funzioneranno mai.

 

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