Da Lampedusa a Milazzo, nessun confine
Lo spirito della Bicicritica è stato sempre uno spirito gioioso e la gioia è dovuta all’aggregazione, al fatto che ci si ritrova accomunati da idee e sogni e verso questi si pedala, insieme.
La Bicicritica di oggi, 4 ottobre, ha qualcosa in più: ne prenderanno parte Eleonora e Gianluca che partiti da Roma in sella ad una Vespa ripercorrono le realtà italiane in cui l’impegno sociale ha fatto la differenza. Siamo contenti di rappresentare, anche noi, massa critica di Milazzo, una di queste realtà.
La nostra realtà è fatta di persone e di pensieri e anche se nasce e cresce a Milazzo ha gli occhi aperti sul mondo e su ciò che succede attorno a noi. Per questa ragione, in occasione di questa massa critica ottobrina è necessario spostare la riflessione su quello che sta succedendo in questi giorni a Lampedusa.
I morti sono quasi 150, è già una vera e propria strage ma ancora bisogna finire di contare, all’appello mancano ancora oltre un centinaio di cadaveri. E’ l’ennesima notizia di “strage di immigrati”.
Gli stati nel frattempo sono impegnati in presunte missioni di pace qua e là ( tra le missioni italiane, il Libano, l’Afghanistan, Cipro, Kosovo) ma la vera pace inizia riconoscendo a questi “immigrati” la dignità di uomini, il diritto di scappare dalla fame e dalla guerra ed essere accolti senza l’incognita di morire o finire dentro strutture similcarcerarie come CIE e CARA.
Inoltre il belpaese, insieme a Francia e Inghilterra e tra gli stati europei che concedono meno visti, e mentre la Lega attacca in ogni modo la ministra Keyenge, a decidere di queste faccende è il ministero degli Interni.
Sembra che il problema non sia nostro e quindi non ci interessa occuparcene, i barconi che cercano soccorso vengono lasciati in mezzo al mare o respinti. Ma la realtà è che queste persone scappano da condizioni create dalle nostre politiche globali ed economiche e nella fuga devono fare i conti con le barriere marine che, se non ci fossero, sarebbe possibile evitare certe stragi.
Bicicritica è per l’abolizione dei confini sulla strada, per la circolazione in sicurezza di pedoni e ciclisti ma oggi è anche per l’abolizione dei confini marini perchè la spiaggia di Lampedusa è la più bella del mondo e deve essere porto di pace, solidarietà e accoglienza, non può essere cimitero di disperazione.
Era una notte di lupi feroci, l’abbiamo riempita di luci e di voci
Libertà è partecipazione, lo diceva Gaber. E libertà e partecipazione sono politica.
Bicicritica è politica. Non è la politica negli schemi di potere che due anni prima delle elezioni inizia estenuanti campagne elettorali per accaparrarsi una fetta di responsabilità sulle speculazioni che si faranno a spese dei cittadini, è una politica diversa: è politica nel senso etimologico del termine.
E’ la città che si ritrova, che si unisce e che ricomincia volontariamente a condividere entusiasmo ed energia. E’ la prova della necessità diffusa di costruire qualcosa che sia buono e di farlo insieme e in maniera diretta, senza deleghe. Bicicritica è politica perchè si riprende tutto quello che è nostro e di cui forse ci eravamo dimenticati.
Giovedì 18 luglio circa 300 biciclette, incontrollabili, hanno sfrecciato giù dal Castello e hanno assediato la città, prendendosi le strade e togliendo spazio alle auto. La linea non è unica e le motivazioni sono le più svariate; sono individuali e collettive; è la voglia di passeggiare in bicicletta; è l’impegno ambientalista e la pretesa di strade più sicure; è la pulsione anarchica di creare conflitto.
L’obiettivo, invece, è unico: un mondo migliore; città, persone e spazi liberi.
Infatti giovedì è stata liberata Piazza Roma, da sempre punto di partenza della manifestazione. Questa volta Bicicritica ha preso la piazza e se l’è tenuta, l’ha occupata per una notte di musica dando alla nostra città una gioia che le mancava da tanto tempo, ha dato vita ad una piazza sempre deserta ed è cresciuta, è cresciuta così tanto che adesso ha bisogno di più aria e spazi più grandi.
Collettivo Bicicritica
Torna “Biciritica Milazzese”
Lo sviluppo decantato dalla politica è un termine obsoleto e privo di contenuti, soprattutto quando si parla di ambiente. Il motivo è semplice: l’ambiente è incompatibile con le leggi economiche in quanto, almeno dalle nostre parti, difficilmente crea un guadagno. Al contrario, lo sviluppo di ogni singolo individuo e delle comunità, è garantito dalle relazioni umane e dal rapporto di armonia con ciò che ci circonda. Il territorio in cui viviamo non deve essere considerato prodotto dell’individuo o fonte di guadagno per esso, ma bene comune.
A Milazzo ogni giorno vediamo sfilare centina di automobili lungo le vie del centro nonostante questo sia facilmente percorribile in bicicletta. L’amministrazione è immobile e sembra ignorare questa possibilità, conoscendo tuttavia i problemi di traffico e di parcheggio. Il disinteresse e la cecità che accompagnano la nostra politica danneggiano ulteriormente una città già mortificata dall’inquinamento delle industrie. Manca una pista ciclabile e in questo modo viene meno, a nostro parere, anche un autentica vocazione turistica.
Per questi motivi, invitiamo la cittadinanza a partecipare alla Bicicritica e CHIEDIAMO all’amministrazione di adottare, prima che finisca l’estate, il servizio BIKESHARING, in modo da permettere a residenti e turisti facile accesso a mezzi di trasporto non inquinanti.
Torniamo dunque a pedalare lungo le vie del centro per ribadire l’importanza della mobilità sostenibile, torniamo a parlare di beni comuni, torniamo a tessere relazioni con il prossimo e a vivere in armonia con la nostra terra…
…Appuntamento domenica 30 giugno alle ore 18.30 a piazza Roma.
Biciritica Milazzese
Bici senza confini
La Bicicritica è una manifestazione che si propone di portare avanti un nuovo modello di spostamento incentrato sulle persone e non sulle auto, soprattutto nelle città a misura di bicicletta.
Transitare sulla strada è diventato molto pericoloso per i ciclisti: le automobili, fin ora padrone indiscusse della carreggiata, attraverso un rapporto di forza mantengono la supremazia ledendo l’incolumità di chi si muove in bici. Vogliamo ribaltare questo rapporto di forza.
Portare avanti un’idea di mobilità sostenibile, in un territorio già martoriato dalle industrie, è fondamentale per preservare l’ambiente dallo smog. Pedalare fa bene alla salute, permette di risparmiare tempo nella ricerca del parcheggio, ci sottrae allo stress del traffico cittadino conferendo il buonumore e facilitando la socialità tra le persone.
Quando sono iniziati i lavori per la pista ciclabile che avrebbe dovuto collegare il Tono di Milazzo con Calderà ci siamo illusi che stessimo per intraprendere un percorso di civiltà. Le aspettative sono state tempestivamente e prevedibilmente deluse: poco tempo dopo i lavori sono stati interrotti a causa di sub-appalti mafiosi. Oltre il danno la beffa: quello che ci è rimasto è una riviera di ponente devastata da lavori incompleti, e non più percorribile nemmeno a piedi.
Le strade sono dei pedoni e delle biciclette, di chi si muove in maniera non invasiva e anche in questo,ancora una volta, capiamo di non avere nessuna tutela da parte delle amministrazione ma solo disinteresse.
Le biciclette però sono sempre di più ed è sempre più forte l’esigenza di poter pedalare in libertà, a ponente e in ogni strada. Per questo Bicicritica non si ferma. E’ ancora più critica e abbatte i confini cittadini incontrando i ciclisti di Barcellona per espropriare le strade del centro alle automobili e per riprendersi il lungomare che doveva essere destinato alle biciclette e che è stato sottratto ad un’occasione di civiltà a causa della cattiva politica e della pessima gestione delle opere pubbliche.
La pedalata partirà contemporaneamente da piazza Roma a Milazzo e da piazza Alfano a Barcellona, dopo un giro per le vie del centro si percorrerà il lungomare fino al ponte di Calderà. Dopo un aperitivo con diffusione musicale al tramonto, si ripartirà per tornare alla base. Il concentramento è previsto per le 16,30.
La partenza da Calderà è prevista alle19,30.