Il reato non è occupare una casa ma essere costretti a farlo

casaeundiritto

In data 4 maggio i giornali locali comunicano la notizia di 2 arrestati: i soggetti in questione, al momento agli arresti domiciliari, sono due giovani tra i venti e i trent’anni accusati dell’occupazione abusiva di una casa popolare, scoperti e denunciati dalla proprietaria.

La vicenda è definita “assurda”, in realtà di assurdo non c’è nulla.

Nel dibattito politico quotidiano c’è un tema che non viene trattato o addirittura celato; un tema che sta alla base delle questioni politiche e sociali di oggi, che rappresenta un diritto fondamentale di ogni individuo specie se cittadino di uno stato che avrebbe il compito di tutelarlo: questo è il diritto di vivere e di abitare.

Negli ultimi due anni gli sfratti sono aumentati del 10 % ed è cresciuto esponenzialmente il numero di famiglie che non può più permettersi di pagare un affitto. Questi elementi sono la spia di un forte disagio sociale che non permette di meravigliarsi quando si sente parlare di case occupate.

Crediamo di vivere in un’isola felice che è la nostra cittadina dove la crisi economica non piange per strada e quindi siamo portati a credere che non ci sia. Sbagliato. Le case occupate a Milazzo sono molte e dentro ci stanno famiglie in gravi condizioni di indigenza.

La polizia arriva e i criminali sono arrestati: le forze dell’ordine hanno reso giustizia all’ingiustizia di non potere pagare un affitto.

Il problema del’abitativo, oggi, coinvolge le più larghe fasce della popolazione, dai giovani che vogliono fare una vita in comune e che hanno grandi difficoltà a trovare lavoro, agli anziani con pensioni troppo basse per permettersi gli affitti, agli immigrati e clandestini. Questo perchè la casa non è ancora riconosciuta come un diritto.

Il reato non è occupare una casa ma essere costretti a farlo.

In Italia è cresciuto notevolmente il numero di abitazioni occupate, nelle grandi città è diventata una pratica abituale: è su questo che bisognerebbe informarsi prima di scrivere titoli di giornale che mettono l’etichetta di criminale a chi fa fronte da sé ad esigenze che dovrebbe essere lo stato a garantire. Nell’ambito strettamente locale sono innumerevoli le case sfitte e altrettante persone sono senza casa o non possono permettersela, allora se la casa non va a chi è senza, chi è senza va alla casa.

2 risposte a “Il reato non è occupare una casa ma essere costretti a farlo”

  1. Stando alla tua valutazione, dovrebbe essere la legge a difendere quegli anziani “espropriati”,ma probabilmente è la stessa giustizia che non tutela chi un tetto non ce l’ha. E allora la questione non è farsi giustizia da soli sempre e cmq ma dobbiamo anche riconoscere che se ci sono anziani titolari di una casa popolare che hanno al tempo stesso un’altra casa dove andare a dormire tolgono evidentemente posto a chi ha più bisogno.

  2. Credo che la questione sia trattata con grande semplicità. La politica di chi “si fa giustizia da solo” non è mai condivisibile, specie quando sconfina nell’illegalità. Sulla questione delle occupazioni coatte degli immobili, ci sono poi casi e casi. In centri come Fiumarella, l’occupazione abusiva non è più strumento esclusivo dei meno abbienti, ma sopruso di intere famiglie ai danni di altre. Ci sono nuclei familiari che occupano due, tre o quattro appartamenti. Si approfitta di un ricovero in ospedale del proprietario o di un periodo di vacanza, per forzare la porta, gettare fuori mobili ed oggetti ed installarsi abusivamente. Azioni compiute specie ai danni di anziani o disabili che non hanno nemmeno gli strumenti per potersi difendere. E in quei contesti le forze dell’ordine poco fanno o riescono a fare e la situazione è oramai tacitamente accettata. Giustifichiamo il caso di Vaccarella e, indirettamente, giustificheremo anche azioni indegne come queste descritte. Saluti.

I commenti sono chiusi.