Cucina (im)probabile – Corso di Cucina Milazzo Rossa a cura di Giovanni Milazzo
Prima puntata sulle ricette del corso di cucina tenuto da Giovanni Milazzo a Milazzo Rossa… Aglio, olio, peperoncino e… caffè!
Milazzo fiorentina? Nau!
Il renzismo dilaga sempre di più. E Milazzo non è esente da questa nuovo pensiero che “rinnova” completamente il modo di fare politica. Alt! Stavamo scherzando…non siamo diventati improvvisamente filo-renziani, anzi apprendiamo che nel nostro territorio esistono più militanti (?) del Pd che, in modo diverso, vogliono bene all’ex sindaco di Firenze. E’ di queste ore infatti la notizia della costituzione della nuova associazione politico-culturale (??) “Adesso Milazzo”. Dopo il Big Bang di Antonio Napoli & co., abbiamo il piacere di constatare la presenza attiva (???) di un’altra area renziana, filo-amministrativa e prontissima a gettarsi nella mischia delle prossime elezioni comunali. “Adesso Milazzo” si fa forte della presenza di Stefania Scolaro e Salvatore Gitto, assessori in carica al comune di Milazzo, che al fine di non apparire sconfitti dall’arresto del loro caro amico Mr.Magoo (alias Francantonio Genovese) partono in largo anticipo con l’aiuto dei loro sodali (primo fra tutti, lo “scrittore” milazzese Filippo Lo Schiavo). D’altronde si sa, non si fa niente per niente, e quindi per contrapporsi all’area del Big Bang ( i renziani della prima ora), Scolaro e Gitto cercano con una serie di iscritti, perlopiù familiari e persone vicine per interesse soprattutto alla Scolaro, di mettere la loro impronta sul Pd milazzese scardinando le logiche democratiche di un partito che democratico non lo è mai stato. Il “nuovo” avanza in un mix di “confusione e contaminazione” e la Sig.ra Scolaro deve pur mantenere il suo potere messo a rischio da quei “monellacci” di De Marco e Ardita. La politica a Milazzo continua a essere affare di famiglia. Con buona pace di chi ancora crede alla buona fede di certi personaggi.
Bridget Jone’s Diary@LearnByCinema Il 17 aprile
Contro la Raffineria non bastano i “green” propositi
Pubblichiamo per intero un contributo di “Officina Rebelde” a proposito della raffineria di Gela. Drammatiche le similitudini con il nostro territorio. Si evidenzia l’insufficienza (o strumentalità) delle campagne politiche basate esclusivamente sul concetto di “azione risarcitoria”, come la necessità di una vera presa di coscienza collettiva riguardo dei mostri che rovinano salute e ogni possibilità altra di sviluppo del territorio, sotto lo spettro del solito ricatto occupazionale.
Gela: si tiene il primo incontro per promuovere azioni risarcitorie nei confronti dell’Eni sulla base del principio della “paura di ammalarsi”. Di seguito il report della giornata fatto da Andrea Turco.
Sabato 1° febbraio si è tenuto presso il museo archeologico di Gela un incontro promosso dalla neonata associazione Green antinquinamento, che intende promuovere azioni risarcitorie nei confronti dell’Eni attraverso lo strumento della causa in sede civile. La novità sta nel fatto che, sull’esempio di quanto avviato dal comitato di Milazzo denominato Aria pulita, si chiede un risarcimento morale ed esistenziale, oltre che patrimoniale e biologico. Per la prima volta in pratica le emissioni inquinanti non dovranno essere dimostrate tramite l’accertamento del nesso causale, o per meglio dire non si dovrà essere necessariamente malati per portare il colosso industriale in tribunale.
All’affollata conferenza erano tutti concordi nel sostenere che solo così si può ribaltare il ricatto occupazionale che da tempo grava sulla città e allo stesso tempo superare quella sorta di sudditanza, psicologica in primis, che la popolazione prova nei confronti di una sempre più acciaccata “mamma Raffineria”.
Su questa linea si sono incentrati gli interventi dell’avv. Antonio Giardina, del foro di Milazzo e precursore di questa pratica, e del giovane avv. Antonella Barbera, che ha elencato i singoli casi per cui si può ravvisare il cosiddetto principio della paura di ammalarsi con la possibilità appunto di ricorrere in sede civile. Più di ampio discorso i discorsi di Giuseppe Marano, ex consigliere in quota Verdi nel comune di Milazzo, e di Silvana Giglione, facente parte del comitato di cittadini (sempre di Milazzo) Aria pulita.
Molto ricco, infine, il dibattito successivo. Hanno detto la propria numerosi attivisti gelesi tra i quali Pietro Lorefice, di Legambiente, Valentina Cassarino del comitato Bonifichiamoci (che merita una storia a parte e che racconterò un’altra volta), per finire col pediatra Antonio Rinciani, che da sempre si occupa di assistenza ai numerosi casini di bambini malformati, e col vulcanico Saverio Di Blasi, fondatore dell’associazione Italia Nostra ed autore di numerose denunce nei confronti dei dirigenti dello stabilimento.
Fin qui la mera cronaca, è il caso di passare alle valutazioni politiche.
Chi dice che “in fondo siamo sempre le stesse facce” non s’accorge delle conseguenze di ciò che sembrerebbe una semplice attestazione, ed invece è il principale limite dell’iniziativa.
In fondo la proposta dell’imprenditore David Melfa, presidente dell’associazione Green Antinquinamento, si colloca nel solco delle centinaia e centinaia di iniziative simili promosse da 20 anni a questa parte. Ciascuna con la sua particolarità, certo: la richiesta finora disattesa di un registro tumori, il potenziamento dell’ospedale, gli esposti in procura, l’esigenza di un reparto di radioterapia recentemente inaugurato con un vergognoso ritardo di anni, eccetera eccetera … però con la caratteristica comune di accettazione dell’esistente. Nessuna proposta, e neanche l’azione risarcitoria nei confronti dell’Eni, alza di un millimetro l’asticella del conflitto. Una parola che sembra bandita dagli abitanti della città del golfo.
Qui negli ultimi tempi si è formato un pulviscolo di associazioni, gruppi e comitati (lo si sarà potuto notare dal parziale elenco scritto sopra) che “lotta” e che pretende diritti. Sempre però esclusivamente dal punto di vista ambientale e sanitario.
Senza mai riuscire a coinvolgere i veri protagonisti, quegli operai che della Raffineria non solo subiscono più di tutti le devastanti conseguenze in termini di malattie ma anche nel vissuto quotidiano: sotto forma di contratti lavorativi in deroga al nazionale, ammortizzatori sociali che durano anni e senza turnazione, metodi di lavoro da caporalato. Un solo esempio per tutti: ogni mattina operai con regolare contratto si presentano ai cancelli e solo lì scoprono se lavoreranno o meno, altrimenti vengono rimandati a casa e costretti a “mettersi in ferie”.
La sudditanza psicologica esercitata dalla Raffineria di Gela sui cittadini è nel caso degli operai in primis sudditanza economica. Da qui la necessità di ribaltare i rapporti di forza. Ecco perché l’azione risarcitoria acquista un senso se a portarla avanti sono centinaia e centinaia di operai. Perché andrebbe ad incidere sull’unico argomento che sta a cuore ai signori dell’industria. Con parecchio denaro che, è proprio il caso di dirlo, andrebbe in fumo.
Due mesi di Corsi autogestiti…..
Sono passati due mesi da quando abbiamo avviato l’esperienza dei Corsi. Il nostro spazio si è aperto ancora una volta a persone di ogni età e pensiero con le quali, oltre alle “lezioni”, abbiamo cercato di creare momenti comuni di confronto e condivisione.
L’idea dei “corsi” non ha in se nulla di straordinario: si tratta semplicemente di condividere dei saperi individuali, e, naturalmente, una parte del proprio tempo libero. Quello che forse rappresenta una novità, per Milazzo, è la possibilità di fare tutto questo completamente al di fuori delle logiche del profitto e del mercato. I corsi, infatti, hanno un costo simbolico, il minimo necessario per portare avanti l’autogestione.
Ovunque, in Italia e altrove, esistono esperienze analoghe. Dalle palestre alle biblioteche sociali, dalle ciclo-officine ai corsi di teatro, dai laboratori artistici ai mercatini dell’usato o del biologico: man mano che la crisi economica e sociale avanza, queste realtà si consolidano e si espandono a macchia d’olio. Non è un caso che anche a Messina, città tradizionalmente fatiscente, sia da più di un anno attiva l’esperienza del Teatro Pinelli Occupato, capace di trasformare uno spazio abbandonato in pieno centro in vero e proprio “bene comune”.
A Milazzo, oggi, abbiamo ancora tantissimo da fare. Le risposte che riceviamo dalla gente, però, superano ogni volta le nostre aspettative. In questo paese sembra mancare di tutto, a cominciare dagli spazi di socialità e condivisione (per grandi e piccini!). Con le nostre pratiche vogliamo opporci fermamente ad un sistema che sembra costruito per perdere il proprio tempo a girare per i centri commerciali o in un centro città vuoto di iniziative e progetti.
Per tutte queste ragioni abbiamo intenzione di continuare con i corsi, e anzi tentare di fare molto, molto di più. Naturalmente, con l’aiuto e la partecipazione di tutti coloro che vorrano!
Milazzo Rossa
Solidarietà al Pinelli
Stamattina le forze dell’ordine con un’operazione premeditata che ha l’obiettivo di disgregare l’aggregazione, il non-allineato, il non-conforme, hanno applicato un ordine di sgombero diramato dalla magistratura. Con una sola azione: la non legittimazione di chi ha ridato un’anima a un luogo abbandonato, l’ex casa del Portuale. Da Milazzo siamo vicini e solidali con i ragazzi del Teatro Pinelli che con tanta dedizione, da quasi un anno avevano creato in un luogo fatiscente, una realtà dinamica, un laboratorio di idee, un crocevia di incontri e di scambi umani. Evidentemente tutto questo dà fastidio all’ordine costituito che si ricorda dei propri beni, solo quando vengono fatti rivivere senza logiche speculative. Per ripartire e non abbatterci, oggi saremo presenti all’ assemblea cittadina alle ore 17 al Cantiere dell’incanto – Casa del Con , via Maddalena n 8 a Messina.