Comunicato dell’ass. antimafie “Rita Atria” sulla sentenza del TAR (vicenda parco commerciale)

saro cattafi

 Questa Associazione apprende con grande soddisfazione la notizia che il Tar ha annullato la delibera del 2009 del Consiglio Comunale di Barcellona Pozzo di Gotto istitutiva del Parco commerciale. Questa sentenza conferma la bontà dell’impianto dell’esposto che il 4/01/ 2011 fu presentato dall’Associazione Antimafie “Rita Atria” e dalla associazione “Città Aperta” al Prefetto di Messina e alla Procura della Repubblica di Barcellona P.G..

QUI IL COMUNICATO INTEGRALE

 

 

 

Raffineria. Guai a chi ne parla.

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2 Novembre 2004. Una nube tossica fuoriesce dalla raffineria di Milazzo: è la seconda in una settimana. Le vittime sono ancora una volta soprattutto gli studenti del liceo artistico. Finiscono in pronto soccorso in un centinaio, i più gravi vengono ricoverati in ospedale.
Inizia da qui una settimana di manifestazioni e proteste che coinvolge tutta la città. Un enorme corteo spontaneo, formato dagli studenti di tutte le scuole, blocca per una mattina intera la strada che dalla silvanetta da accesso alla raffineria. Ci sono migliaia di persone, si tratta della manifestazione più grossa a Milazzo che la nostra memoria ricordi.

Ed è anche periodo di campagna elettorale. L’allora sindaco uscente Nastasi si spertica in dichiarazioni di solidarietà ai ricoverati e fa promesse di ogni genere. Lo stesso fa il suo sfidante, il carissimo Lorenzo Italiano. E così avviene l’incredibile: la lotta degli studenti ottiene un risultato pratico, una vittoria. Dopo vari cortei, blocchi del traffico, comizi, interviste, articoli della gazzetta del sud a otto colonne, l’amministrazione comunale è costretta ad istallare delle “centraline” che dovranno rilevare i valori dei gas tossici presenti nell’aria.                                                                   Non si tratta di chissà quale vittoria, la montagna ha partorito un topolino. In cambio di un centinaio di intossicati, ecco qualche centralina. Ma dopo anni di omertà assoluta delle istituzioni sul disastro ambientale che vive la nostra città, sembra comunque un piccolo passo in avanti.

Ma le centraline, appena istallate, non funzioneranno mai. E verranno rimosse nel giro di tre mesi: non se ne parlerà mai più.

Il 10 Novembre 2004, quasi come se la giustizia seguisse l’onda dell’opinione pubblica (ma và!), dal tribunale di Barcellona arriva una condanna a quattro dirigenti della raffineria. La sentenza è chiarissima: i DIRIGENTI hanno violato per tre anni, dal 1999 al 2002 (cioè semplicemente gli anni in cui si erano concentrate le indagini), le norme preposte a tutela della salubrità dell’ambiente. Vengono inflitti in totale una dozzina di anni di carcere. Non solo: il tribunale decreta anche il risarcimento dei danni a favore dei cittadini e le associazioni che si sono costituiti parte civile. Ecco un altro fatto abilmente rimosso dalla memoria collettiva.

Da quella frenetica settimana del 2004 l’intervento della politica sull’inquinamento a Milazzo è stato inesistente. Semplicemente (al di fuori della campagna elettorale di tutti, ci mancherebbe!!) non se ne è più parlato. Eppure, da allora, si sono susseguiti una sfilza enorme di studi, interventi, denunce di malati… che a raccogliere tutto si potrebbe completare una bibliografia. Persino, nel 2013, nell’ambito di una delle innumerevoli indagini che sembrano sempre finire nel nulla, sono stati sequestrati dalla Capitaneria di porto interi impianti della raffineria. Nel mare di vaccarella e levante, secondo il tribunale, erano finiti “61 mila metri cubi di idrocarburi”, mentre i dirigenti “non attivavano le procedure necessarie a evitare lo sversamento”.

Dal 2004 ad oggi, al contrario, la raffineria ha ritenuto molto utile di comprare il consenso della gente (oltre ovviamente quello incondizionato che nutre dalla maggioranza dei suoi dipendenti). Ha distribuito denaro a destra e a manca: realizzato parchi giochi, illuminato lo stadio, sponsorizzato innumerevoli manifestazioni sportive, patrocinato eventi e giornate di ogni genere e natura.

Adesso, però, siamo nuovamente in campagna elettorale. E così, il sindaco Pino e la sua giunta di assessori, lanciano qualche segnale di propaganda. Si aprono “tavoli” e  si annunciano nuovi “tavoli”. Sebbene questi attori abbiano dimostrato di infischiarsene apertamente dell’ambiente al pari dei loro predecessori, le veline di oggi-milazzo sono comunque pronte a raccogliere ogni “notizia” con un copia-incolla. Ed ecco che un problema classificato dai tribunali come “disastro ambientale” venga trattato dai tavoli della giunta Pino con la dicitura di “odori molesti”. Eh già, è solo un problema di odori molesti.

Come tutti gli annunci di qualsivoglia politico, sappiamo che anche stavolta finirà tutto in un nulla di fatto. Ma se dalla storia vogliamo trarre un insegnamento, non abbiamo molte alternative: solo lottando in prima persona, solo creando un terreno di confronto fra i cittadini al di fuori delle putride aule del comune, potremo ottenere qualche risultato. Ne va del futuro nostro e della nostra città.

 

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Assemblea di Roma: casa, reddito e dignità per tutti!

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Riportiamo da infoaut il report dell’assemblea di Roma, dove erano presenti diverse realtà in lotta di tutto il paese. Dai movimenti per la casa ai conflitti sul lavoro, da precari e studenti fino alle lotte territoriali contro la Tav o il Muos. Mentre le singole esperienze si sviluppano e diffondono localmente, l’appuntamento è per tutti il 12 Aprile a Roma.

Numeri delle grandi occasioni, quelli di oggi a Roma per l’assemblea nazionale di movimento, per la costruzione dell’esondazione di primavera e un nuovo ciclo di mobilitazioni. Più di 300 persone occupano i banchi dell’aula magna di Fisica, alla Sapienza.

Presenti tutte le lotte e i soggetti che stanno provando a resistere alla ristrutturazione dall’alto messa in atto dall’Europa delle banche e dell’austerity: movimenti di lotta per la casa, student*, precar*, lotte territoriali, resistenze operaie, sindacati conflittuali*.

L’impegno è presto preso: i movimenti non intendono lasciare il dibattito politico alle cronache sulla riforma della legge elettorale o all’incoronazione di un nuovo leader mediatico per le prossime europee. E’ urgente riprendere la parola e l’iniziativa là dove erano cominciati l’assedio e la sollevazione autunnali, ripartendo da quella Porta Pia che aveva mostrato al paese una composizione eterogenea e meticcia, che non si adatta all’invisibilità e alza la testa per riprendersi casa, reddito e dignità.

Il rinvio sine die del grande evento da contestare (vertice europeo sulla disoccupazione giovanile) non blocca l’iniziativa: possiamo organizzare e costruire una giornata di lotta autonomamente, senza l’appoggio di partiti e sindacati concertativi ma anche senza l’occasione offerta dalla controparte, questa la sfida che l’assemblea di oggi assume come programma di lotta per la primavera che viene, indicando nella giornata del 12 aprile una manifestazione nazionale contro l’austerità imposta dalla troika.

Molti interventi sottolineano le difficoltà del momento ma anche l’occasione di connettere le resistenze e le incompatibilità che iniziano a prodursi nel sociale di una composizione disaggregata, frammentata, spuria. Al centro dell’attenzione molti richiami alla sfida posta dalla modello renziano del Job Act e dal paradigma lavorativo incarnato nel modello Expo2015: lavoro iper-flessibile  e a costo zero.

Molti gli accenni alla soggettivazione politica della Magistratura (nell’esempio della Procura di Torino contro il movimento notav) e alla monetizzazione repressiva dei conflitti sociali. Non a caso il calendario delle mobilitazioni di primavera parte con un appuntamento romano in appoggio alla lotta dei migranti di Ponte Galeria, per chiudere tutti i Cie (15 febbraio) e si arricchisce di una doppia giornata di mobilitazione contro la repressione – che darà seguito al 22 febbraio in solidarietà con il Movimento No Tav – il 14 e 15 marzo (un’assemblea-convegno il primo giorno, una manifestazione il secondo) a Roma.

Da segnalare anche il convegno bolognese sullle risorse e l’uso del denaro pubblico (15 febbraio) e l’appuntamento napoletano per ragionare sull’allargamento degli sportelli per il diritto alla casa a “sportelli sociali” capaci di aggredire i terreni del carovita, mobilità, sanità, tariffe, distacchi delle utenze (2 marzo).

Ma l’altro grande passaggio è l’indicazione per una riappropriazione generalizzata e diffusa sui territori della giornata del 1° maggio, con un’attenzione particolare all’appuntamento romano che intende contestare il carrozzone sindacal-circense del 1° maggio di piazza San Giovanni.

La strada è lunga e l’impogno da profondere tanto…ma se il 2013 è stato solo l’inizio della #Sollevazione, il meglio deve ancora venire…buon 2014!

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Contro la Raffineria non bastano i “green” propositi

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Pubblichiamo per intero un contributo di “Officina Rebelde” a proposito della raffineria di Gela. Drammatiche le similitudini con il nostro territorio. Si evidenzia l’insufficienza (o strumentalità) delle campagne politiche basate esclusivamente sul concetto di “azione risarcitoria”, come la necessità di una vera presa di coscienza collettiva riguardo dei mostri che rovinano salute e ogni possibilità altra di sviluppo del territorio, sotto lo spettro del solito ricatto occupazionale.

Gela: si tiene il primo incontro per promuovere azioni risarcitorie nei confronti dell’Eni sulla base del principio della “paura di ammalarsi”. Di seguito il report della giornata fatto da Andrea Turco.

Sabato 1° febbraio si è tenuto presso il museo archeologico di Gela un incontro promosso dalla neonata associazione Green antinquinamento, che intende promuovere azioni risarcitorie nei confronti dell’Eni attraverso lo strumento della causa in sede civile. La novità sta nel fatto che, sull’esempio di quanto avviato dal comitato di Milazzo denominato Aria pulita, si chiede un risarcimento morale ed esistenziale, oltre che patrimoniale e biologico. Per la prima volta in pratica le emissioni inquinanti non dovranno essere dimostrate tramite l’accertamento del nesso causale, o per meglio dire non si dovrà essere necessariamente malati per portare il colosso industriale in tribunale.
All’affollata conferenza erano tutti concordi nel sostenere che solo così si può ribaltare il ricatto occupazionale che da tempo grava sulla città e allo stesso tempo superare quella sorta di sudditanza, psicologica in primis, che la popolazione prova nei confronti di una sempre più acciaccata “mamma Raffineria”.
Su questa linea si sono incentrati gli interventi dell’avv. Antonio Giardina, del foro di Milazzo e precursore di questa pratica, e del giovane avv. Antonella Barbera, che ha elencato i singoli casi per cui si può ravvisare il cosiddetto principio della paura di ammalarsi con la possibilità appunto di ricorrere in sede civile. Più di ampio discorso i discorsi di Giuseppe Marano, ex consigliere in quota Verdi nel comune di Milazzo, e di  Silvana Giglione, facente parte del comitato di cittadini (sempre di Milazzo) Aria pulita.
Molto ricco, infine, il dibattito successivo. Hanno detto la propria numerosi attivisti gelesi tra i quali Pietro Lorefice, di Legambiente, Valentina Cassarino del comitato Bonifichiamoci (che merita una storia a parte e che racconterò un’altra volta), per finire col pediatra Antonio Rinciani, che da sempre si occupa di assistenza ai numerosi casini di bambini malformati, e col vulcanico Saverio Di Blasi, fondatore dell’associazione Italia Nostra ed autore di numerose denunce nei confronti dei dirigenti dello stabilimento.
Fin qui la mera cronaca, è il caso di passare alle valutazioni politiche.
Chi dice che “in fondo siamo sempre le stesse facce” non s’accorge delle conseguenze di ciò che sembrerebbe una semplice attestazione, ed invece è il principale limite dell’iniziativa.
In fondo la proposta dell’imprenditore David Melfa, presidente dell’associazione Green Antinquinamento, si colloca nel solco delle centinaia e centinaia di iniziative simili promosse da 20 anni a questa parte. Ciascuna con la sua particolarità, certo: la richiesta finora disattesa di un registro tumori, il potenziamento dell’ospedale, gli esposti in procura, l’esigenza di un reparto di radioterapia recentemente inaugurato con un vergognoso ritardo di anni, eccetera eccetera … però con la caratteristica comune di accettazione dell’esistente. Nessuna proposta, e neanche l’azione risarcitoria nei confronti dell’Eni, alza di un millimetro l’asticella del conflitto. Una parola che sembra bandita dagli abitanti della città del golfo.
Qui negli ultimi tempi si è formato un pulviscolo di associazioni, gruppi e comitati (lo si sarà potuto notare dal parziale elenco scritto sopra) che “lotta” e che pretende diritti. Sempre però esclusivamente dal punto di vista ambientale e sanitario.
Senza mai riuscire a coinvolgere i veri protagonisti, quegli operai che della Raffineria non solo subiscono più di tutti le devastanti conseguenze in termini di malattie ma anche nel vissuto quotidiano: sotto forma di contratti lavorativi in deroga al nazionale, ammortizzatori sociali che durano anni e senza turnazione, metodi di lavoro da caporalato. Un solo esempio per tutti: ogni mattina operai con regolare contratto si presentano ai cancelli e solo lì scoprono se lavoreranno o meno, altrimenti vengono rimandati a casa e costretti a “mettersi in ferie”.
La sudditanza psicologica esercitata dalla Raffineria di Gela sui cittadini è nel caso degli operai in primis sudditanza economica. Da qui la necessità di ribaltare i rapporti di forza. Ecco perché l’azione risarcitoria acquista un senso se a portarla avanti sono centinaia e centinaia di operai. Perché andrebbe ad incidere sull’unico argomento che sta a cuore ai signori dell’industria. Con parecchio denaro che, è proprio il caso di dirlo, andrebbe in fumo.

 

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Due mesi di Corsi autogestiti…..

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Sono passati due mesi da quando abbiamo avviato l’esperienza dei Corsi. Il nostro spazio si è aperto ancora una volta a persone di ogni età e pensiero con le quali, oltre alle “lezioni”, abbiamo cercato di creare momenti comuni di confronto e condivisione.

L’idea dei “corsi” non ha in se nulla di straordinario: si tratta semplicemente di condividere dei saperi individuali, e, naturalmente, una parte del proprio tempo libero. Quello che forse rappresenta una novità, per Milazzo, è la possibilità di fare tutto questo completamente al di fuori delle logiche del profitto e del mercato. I corsi, infatti, hanno un costo simbolico, il minimo necessario per portare avanti l’autogestione.

Ovunque, in Italia e altrove, esistono esperienze analoghe. Dalle palestre alle biblioteche sociali, dalle ciclo-officine ai corsi di teatro, dai laboratori artistici ai mercatini dell’usato o del biologico: man mano che la crisi economica e sociale avanza, queste realtà si consolidano e si espandono a macchia d’olio. Non è un caso che anche a Messina, città tradizionalmente fatiscente, sia da più di un anno attiva l’esperienza del Teatro Pinelli Occupato, capace di trasformare uno spazio abbandonato in pieno centro in vero e proprio “bene comune”.

A Milazzo, oggi, abbiamo ancora tantissimo da fare. Le risposte che riceviamo dalla gente, però, superano ogni volta le nostre aspettative. In questo paese sembra mancare di tutto, a cominciare dagli spazi di socialità e condivisione (per grandi e piccini!). Con le nostre pratiche vogliamo opporci fermamente ad un sistema che sembra costruito per perdere il proprio tempo a girare per i centri commerciali o in un centro città vuoto di iniziative e progetti.

Per tutte queste ragioni abbiamo intenzione di continuare con i corsi,  e anzi tentare di fare molto, molto di più. Naturalmente, con l’aiuto e la partecipazione di tutti coloro che vorrano!

 

Milazzo Rossa

Solidarietà al Pinelli

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Stamattina le forze dell’ordine con un’operazione premeditata che ha l’obiettivo di disgregare l’aggregazione, il non-allineato, il non-conforme, hanno applicato un ordine di sgombero diramato dalla magistratura. Con una sola azione: la non legittimazione di chi ha ridato un’anima a un luogo abbandonato, l’ex casa del Portuale. Da Milazzo siamo vicini e solidali con i ragazzi del Teatro Pinelli che con tanta dedizione, da quasi un anno avevano creato in un luogo fatiscente, una realtà dinamica, un laboratorio di idee, un crocevia di incontri e di scambi umani. Evidentemente tutto questo dà fastidio all’ordine costituito che si ricorda dei propri beni, solo quando vengono fatti rivivere senza logiche speculative. Per ripartire e non abbatterci, oggi saremo presenti all’ assemblea cittadina alle ore 17 al Cantiere dell’incanto – Casa del Con , via Maddalena n 8 a Messina.

 

Riparte il cinema per bambini!

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Ricomincia il cineforum per bambini! Cinque domeniche cinematografiche dedicate ai cartoni animati per bambini ma anche per chi li accompagna, per chi si sente ancora giovane, per chi vorrebbe tornare piccolo, per chi non è mai cresciuto.
Cinema per bambini:

19gen: La carica dei 101
02feb: The gnomo mobile
16feb: La fattoria degli animali
02mar: Madagascar
16mar: Le avventure di Zarafa

Le proiezioni saranno accompagnate da spuntini biologici fatti in casa e popcorn!

https://www.facebook.com/events/198636407007090/?fref=ts

Da Lampedusa a Milazzo, nessun confine

Lo spirito della Bicicritica è stato sempre uno spirito gioioso e la gioia è dovuta all’aggregazione, al fatto che ci si ritrova accomunati da idee e sogni e verso questi si pedala, insieme.
La Bicicritica di oggi, 4 ottobre, ha qualcosa in più: ne prenderanno parte Eleonora e Gianluca che partiti da Roma in sella ad una Vespa ripercorrono le realtà italiane in cui l’impegno sociale ha fatto la differenza. Siamo contenti di rappresentare, anche noi, massa critica di Milazzo, una di queste realtà.
La nostra realtà è fatta di persone e di pensieri e anche se nasce e cresce a Milazzo ha gli occhi aperti sul mondo e su ciò che succede attorno a noi. Per questa ragione, in occasione di questa massa critica ottobrina è necessario spostare la riflessione su quello che sta succedendo in questi giorni a Lampedusa.
I morti sono quasi 150, è già una vera e propria strage ma ancora bisogna finire di contare, all’appello mancano ancora oltre un centinaio di cadaveri. E’ l’ennesima notizia di “strage di immigrati”.
Gli stati nel frattempo sono impegnati in presunte missioni di pace qua e là ( tra le missioni italiane, il Libano, l’Afghanistan, Cipro, Kosovo) ma la vera pace inizia riconoscendo a questi “immigrati” la dignità di uomini, il diritto di scappare dalla fame e dalla guerra ed essere accolti senza l’incognita di morire o finire dentro strutture similcarcerarie come CIE e CARA.
Inoltre il belpaese, insieme a Francia e Inghilterra e tra gli stati europei che concedono meno visti, e mentre la Lega attacca in ogni modo la ministra Keyenge, a decidere di queste faccende è il ministero degli Interni.
Sembra che il problema non sia nostro e quindi non ci interessa occuparcene, i barconi che cercano soccorso vengono lasciati in mezzo al mare o respinti. Ma la realtà è che queste persone scappano da condizioni create dalle nostre politiche globali ed economiche e nella fuga devono fare i conti con le barriere marine che, se non ci fossero, sarebbe possibile evitare certe stragi.

Bicicritica è per l’abolizione dei confini sulla strada, per la circolazione in sicurezza di pedoni e ciclisti ma oggi è anche per l’abolizione dei confini marini perchè la spiaggia di Lampedusa è la più bella del mondo e deve essere porto di pace, solidarietà e accoglienza, non può essere cimitero di disperazione.bs

 

Torna “Biciritica Milazzese”

fhhyrtLo sviluppo decantato dalla politica è un termine obsoleto e privo di contenuti, soprattutto quando si parla di ambiente. Il motivo è semplice: l’ambiente è incompatibile con le leggi economiche in quanto, almeno dalle nostre parti, difficilmente crea un guadagno. Al contrario, lo sviluppo di ogni singolo individuo e delle comunità, è garantito dalle relazioni umane e dal rapporto di armonia con ciò che ci circonda. Il territorio in cui viviamo non deve essere considerato prodotto dell’individuo o fonte di guadagno per esso, ma bene comune.
A Milazzo ogni giorno vediamo sfilare centina di automobili lungo le vie del centro nonostante questo sia facilmente percorribile in bicicletta. L’amministrazione è immobile e sembra ignorare questa possibilità, conoscendo tuttavia i problemi di traffico e di parcheggio. Il disinteresse e la cecità che accompagnano la nostra politica danneggiano ulteriormente una città già mortificata dall’inquinamento delle industrie. Manca una pista ciclabile e in questo modo viene meno, a nostro parere, anche un autentica vocazione turistica.
Per questi motivi, invitiamo la cittadinanza a partecipare alla Bicicritica e CHIEDIAMO all’amministrazione di adottare, prima che finisca l’estate, il servizio BIKESHARING, in modo da permettere a residenti e turisti facile accesso a mezzi di trasporto non inquinanti.
Torniamo dunque a pedalare lungo le vie del centro per ribadire l’importanza della mobilità sostenibile, torniamo a parlare di beni comuni, torniamo a tessere relazioni con il prossimo e a vivere in armonia con la nostra terra…
…Appuntamento domenica 30 giugno alle ore 18.30 a piazza Roma.

 

Biciritica Milazzese

Milazzo è una città antifascista

Sabato 13 aprile, passeggiando per la via Giacomo Medici, potreste imbattervi in un gruppetto di fascistelli 2.0 che vi omaggiano del loro foglio informativo dal titolo “InformAzione”. Potete farne ciò che volete: strapparlo, evitare la mano che ve lo porge, o altrimenti fare entrambe le cose e ribadire a questi ragazzetti che MILAZZO E’ UNA CITTà ANTIFASCISTA.
Non lasciate spazio, nei giornali , nei luoghi pubblici, a chi vuole mischiarsi con un concetto di Sociale che niente ha a che vedere con il significato etimologico del termine. Questi signorini sono foraggiati da personaggi che hanno fatto e fanno il male della nostra città, della nostra regione, del nostro paese: Lorenzo Italiano, Domenico Nania, Saro Pergolizzi, Nello Musumeci,Santi Formica e Peppino Buzzanca, Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, giusto per fare qualche nome. Tutta gente legata a una rivergination antifascista solo a chiacchiere e asservita a biechi interessi di poltrona. Il fascismo non è finito: è continuato in questi anni nelle aule istituzionali mascherato da quell’aura repubblicana che mai gli è appartenuta e mai gli apparterrà.
Diffidate da chi si fa tenere a guinzaglio da fanatismi stupidi ed estemporanei.